Le flip-flops più famose al mondo sono nate in Brasile nel 1962 traendo ispirazione dal sandalo tradizionale giapponese Zori di stoffa nera con la suola di canna della pianta del riso. Ed è proprio per omaggiare le origini giapponesi che tutte le Havaianas riproducono la grana di riso sulla suola, distinguendosi perfettamente dalle innumerevoli imitazioni. Se la matematica non è un’opinione, l’azienda festeggia quest’anno il suo 50esimo anniversario: quale modo migliore di festeggiare se non una nuova collezione di infradito a edizione limitata a fine benefico? In collaborazione con Unicef l’azienda – che in questi anni ha ampliato il proprio business producendo anche scarpe da tennis, ballerine e stivali da pioggia – devolverà l’intero ricavato di questa nuova capsule collection (50.000 esemplari) al Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ed il sostegno dei progetti in Brasile.
Ora, tralasciando le note storiche, voglio dirvi che porto le Havaianas 8 ore al giorno, 7 giorni su 7, 4 mesi l’anno e non le cambierei per nessun’altra infradito al mondo! Ne ho due paia, una slim bianca perla da circa cinque anni ed una classica color cioccolato da due. Sono comode, discrete, eleganti (beh sì, il massimo dell’eleganza per una infradito, intendiamoci …) e soprattutto indistruttibili: sono così resistenti che alle volte sono io stessa a volere che si rompano per poterne prendere ogni anno di nuovi colori! Ma proprio non riesco a rovinarle neanche un po’ (per la serie, il consumismo non è cosa dei giorni nostri … ) -.-
Vi lascio con una piccola curiosità: negli anni Sessanta vi era un unico modello di Havaianas dalla suola bianca e le strisce blu ed è solo grazie ad un errore tecnico che riuscirono a raggiungere la fama mondiale. Infatti, un intero lotto di Havaianas invece che nel classico blu, venne prodotto per errore in verde: ciò si rivelò un’innovazione, avviando una produzione di multicolore che ad oggi è il segno distintivo del marchio.