Ci ho pensato e ripensato dieci, cento, mille volte.
Alla Vigilia di Capodanno, scegliere come chiudere un anno nel migliore dei modi possibili, non è stato facile: avrei potuto proporvi vestiti per le feste, tutorial trucchi, acconciature o anche il mio outfit stesso per questa sera.
Ma poi ho pensato a cosa mi avrebbe fatto più piacere e che cosa mi rappresentasse più di tutto.
Sì, perché il blog prima di essere una piccola vetrina da me distorta sul mondo della moda, è una fessura dalla quale osservare il mio mondo, da più o meno vicino a seconda di quanto si vuole scoprire, sempre in punta di piedi.
E prima di tutti i glitter di questo mondo, i rossetti rossi, le gonne in tulle, le perle rosa e le pumps in vernice,
ci sono loro:le mie emozioni ed il mio sorriso,
fedeli compagni di viaggio da oramai una vita.
Così ho deciso di tirare le somme insieme a voi, mostrandovi alcune foto di piccoli pezzi di me e, cercando di capire che cosa mi abbia lasciato di buono e di cattivo questo 2013, quali episodi conservare segretamente e quali sventure gettare nel dimenticatoio, quali insegnamenti siano entrati nella mia zucca capricciosa e quali errori non ripetere più, che poi, forse tanto errori non lo sono stati …
Il 2013 è stato il primo anno intero di convivenza.
Ho appeso le mie ali. Ad una parola chiamata Amore.
No, non le ho gettate pensando che non mi sarebbe servite più.
Io le ho pettinate, le ho lucidate, le ho profumate e le ho regalate a Lui.
Ed ora sono lì appese vicino al letto, per ricordarmi che posso riprenderle quando voglio,
perchè in amore non esiste limite o costrizione che tenga.
Perchè «Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore.
Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto,
sono due ali dello stesso gabbiano.»
Il buonumore.
La decisione più coraggiosa che si possa prendere ogni giorno.
Il bicchiere di caffèlatte (mezzo pieno) al mattino e tre biscotti con le gocce di cioccolato, perché aumenta il livello di serotonina nel sangue e perché è il cibo degli dei. Mica perché è tanto buona.
Io il buonumore lo “accendo” ogni mattina. Apro l’armadio e poi indosso il mio miglior sorriso.
Risplendete.
Siamo piccole stelle luminose in questo mondo.
Tutte uguali, tutte diverse, tutte importanti.
E ricordate che chi brilla di luce propria, dà fastidio agli occhi di chi non sa guardarla.
Non curatevi di quello che vi verrà detto e questa sera, come ogni altra sera importante dell’anno che verrà, indossate il vostro vestito più bello e gioite.
E crescendo impareremo che la felicità non è quella delle grandi cose.
Che non esistono fuochi d’artificio nel cielo che reggano il confronto con quelli del nostro cuore e che la felicità negli occhi delle persone che amiamo, saranno il più importante risultato raggiunto.
“Il vero amore può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai.
E allora, sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai.“
John Lennon lo sapeva bene.
Noi donne siamo tutte diverse.
Siamo una combinazione di quanto c’è di peggio e di quanto c’è di meglio al mondo…
così magiche e terribili al tempo stesso.
Non ci capiamo, litighiamo, piangiamo, ci ribelliamo, ci sfoghiamo, urliamo e poi battiamo i pugni, capricciose come solo noi sappiamo essere.
Ma poi, dimentichiamo. Ricominciamo. Ripartiamo. Rinasciamo. E come bruchi, dopo aver tessuto il nostro cuscinetto di seta, siamo subito pronte ad aprire le nostre splendide ali da farfalla.
La nostra bellezza proviene dall’interno.
Regalatevi dei momenti. Anche quando l’agenda non vi lascia lo spazio di lavarvi i capelli, quando un’ora vi sembra un lasso di tempo lunghissimo ma 24 ore in un giorno non vi bastano.
Quando vi sembra vi sia negato anche solo il pensiero di un attimo di serenità, posate la pena, mettete in standby il computer, toglietevi i guanti e lasciate lo straccio, sdraiatevi, uscite, qualunque cosa vogliate ma, soprattutto,
spegnete il cervello ed accendete il cuore. E poi, scattatevi una fotografia.
Arriverà il giorno in cui busserà alla porta il bisogno di un ricordo. Fate in mondo di averne a sufficienza da sorridere anche in quelle giornate più tristi ed uggiose.
Il colore rosa, il mio preferito.
Per la sua apparenza femminile sì, ma soprattutto perchè mi riporta agli anni che sono già così passati.
Quando papà mi portava a spasso la domenica mattina ed io indossavo le scarpette in vernice, quando facevo i compiti sul tavolo in cucina con mamma e lei mi preparava la merenda, quando mio fratello mi aiutava a mettere i miei giochi in ordine perchè io ero troppo pigra.
Anni felici, anni spensierati, anni in cui la parola impossibile non sapevo che cosa volesse dire.
Ho avuto un’infanzia bellissima, la migliore che una bambina potesse desiderare.
Ho avuto la famiglia migliore al mondo.
Ho la famiglia migliore al mondo.
Ho imparato a stare con me stessa.
No, non da sola.
Con me stessa, è diverso.
Passo intere giornate con quelle mille parti di me che si scontrano, disobbediscono, poi si rincorrono, si fanno i dispetti, si promettono di non vedersi più ma alla fine si uniscono. Sempre. Ed è in quel momento che nasce qualcosa di buono.
“Eleonora”, mi sono detta, “Per fare un lungo viaggio, devi partire da te stessa.”
In macchina, in aereo, in auto o nella testa.
Accendi una candela, chiudi gli occhi e viaggia.
Tutte le persone che incontreremo lungo la nostra strada, si prenderanno un pezzetto di noi.
Ad alcune non vorremo dare nulla, ad altre tutto.
Anche loro ci lasceranno sempre qualcosa, nel bene o nel male, della quale poi non sapremo più fare a meno.
Siamo il risultato dei sorrisi fatti e delle lacrime cadute.
Non prendiamocela per uno stupido errore, la prossima volta non cadremo nella stessa buca.
Dietro ogni traguardo ci sarà una nuova partenza e dietro ogni risultato, una nuova sfida.
Andiamo avanti anche quando tutti si aspetteranno che lasceremo perdere.
Usiamo tutte le marce di questa bicicletta chiamata Vita.
Si cerca sempre di ammazzarlo, di perderlo, di farlo passare.
Sì dice che aggiusti tutto e che ci si possa affidare a lui quando vogliamo che faccia qualcosa al posto nostro.
Dimentichiamo sempre sia la ricchezza più grande di cui disponiamo.
Una ricchezza per certi versi illimitata, che costa poco e costa molto.
Presteremo vestiti, borse, macchine ed anche denaro.
Ma il nostro tempo faremo sempre fatica a regalarlo. Ne siamo tutti così avari. Perché è la cosa più nostra.
E in quel momento in cui gli astri si troveranno nella giusta posizione, allineati perfettamente nel cielo e tutto ci sembrerà essere al posto giusto, il tempo diverrà solo una piccola cornice, il momento apparterrà solo a noi e non guarderemo più l’orologio chiedendoci che ora abbiamo fatto.
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Per questo nuovo anno, io non vi auguro il meglio perché sarei banale.
Io vi auguro il meglio del meglio, spiegate le vele e preparatevi a salpare.
Direzione 2014.
Con i vostri commenti e con i vostri silenzi, grazie per esserci state durante questo anno <3