Una gioia.
Una speranza.
Un ricordo.
Un muro che cade.
Un emozione.
Un rimedio.
Un inizio.
Tutto questo ed altro ancora, in un semplice sorriso.
Non quello di cortesia davanti al panettiere quando non sai se preferisci l’Altamura o la ciabatta al grano duro. E neanche quello rivolto alla ragazza che ti ha appena pestato sbadatamente il piede, presa com’è dallo srotolare le cuffiette del suo Ipod.
Ma quello più sincero e profondo che senti partire dal ventre, risalire fino al cuore ed uscire gonfio e pieno come se fosse una boccata di vita. Quella frizzante, buona e sorridente.
Ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio e solo dodici per sorridere.
Non abbiamo nessuna buona ragione, quindi, per evitare di farlo.
Tutto ciò che ne potrebbe conseguire è una contagiosissima epidemia di buon umore.
Con una genuina curva delle labbra che però, sa essere molto di più di una semplice smorfia.

Cercare in ogni giorno un sorriso da regalare, anche quando mi sembra l’ultima cosa da fare o la prima da evitare. Perché in fondo, forse, riuscire a sorridere di tutti i piccoli fastidi e inconvenienti quotidiani, vorrebbe poter dire già stare sulla soglia dell’anticamera della felicità.
Questo è ciò che voglio fare.

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